24/01/02
KID A/AMNESIAC: DECOLLO ED ATTERRAGGIO DEL VIAGGIO MUSICALE DEI RADIOHEAD
WHITE MOUNTAINS (Kid A blip)
Era l'estate del 1997 quando Ok Computer, il terzo album dei Radiohead, in qualche modo ha riscritto la storia del rock. Il rapporto tra l'uomo e le macchine, le paure e le paranoie di una società seriale, una nuova psichedelia che non ha bisogno di alcuna droga. Da allora, indebolitasi l'ondata brit pop dei primi anni '90, la scena musicale mondiale, e quella britannica in particolare, ha conosciuto una nuova giovinezza, portando alla ribalta band come Muse, Coldplay, Travis, JJ72 e Turin Brakes, involontariamente impegnate a contendersi la palma di nuovi Radiohead. Per quanto ricchi di talento e personalità, gran parte di questi gruppi deve sicuramente qualcosa a Thom Yorke e soci. Così, quando nell'ottobre del 2000 i Radiohead stavano per uscire di nuovo allo scoperto, la curiosità di verificare la risposta al nuovo movimento rock da parte della band di Oxford era enorme. Tanto grande che in pochi, almeno all'inizio, hanno capito Kid A. E dopo meno di un anno, alla fine della primavera del 2001, ecco Amnesiac a confondere ulteriormente le idee: tutta la nuova leva anglosassone cerca di suonare come Ok Computer, ed i Radiohead partono per un viaggio completamente diverso, distante...
Kid A è il punto di partenza, il decollo verso l'ignoto. Portare gli schienali dei sedili in posizione eretta. Allacciare le cinture. Un volo destinato a spostare in avanti, ancora una volta, i confini della musica contemporanea. Everything In Its Right Place, Kid A, la sconvolgente e claustrofobica Idioteque diventano il punto dove, tra le montagne virtuali immaginate dalla grafica del disco, l'elettronica ed il rock si fondono, rigenerandosi. The National Anthem, edificata su un grande giro di basso, esplora i territori del jazz del futuro, quello che si potrebbe immaginare suonato nello scantinato di una stazione interplanetaria, sperduta in qualche lontana galassia. Ci sono anche le chitarre, in qualche modo: Optimistic (travolgenti le rullate della batteria di Phil Selway) suona come potrebbero farlo i Beatles nel 2001; l'ipnotica In Limbo si attorciglia attorno ad una base ritmica impossibile; How To Disappear Completely (forse una delle più belle canzoni dei Radiohead) fluttua tra le note di una sei corde acustica, persa tra gli archi ed i falsetti di Thom Yorke. L'inquieta Mornig Bell ti avvolge in una spirale oscura, costruita com'è su un loop di batteria che sembra non lasciare via d'uscita. Ma sull'astronave della band c'è posto anche per un vecchio organo a pompa e per l'arpa, in Motion Picture Soundtrack, un vero e proprio inno per sognatori delusi. Kid A ha fissato la rotta, tutto il resto è ancora da scoprire, ascolto dopo ascolto. Ora è possibile slacciare le cinture.
Il viaggio è durato meno di un anno. Non molto, in fondo, nello spazio siderale. Controllare che i tavolini di fronte a voi siano chiusi. Allacciare nuovamente le cinture. Atterraggio. Amnesiac sviluppa, rielabora, destruttura e ricostruisce i temi di Kid A, e lo fa ancora una volta in modo radicale e disincantato allo stesso tempo. Packt Like Sardines In A Crushd Tin Box e Pulk/Pull Revolving Doors trasformano il rumore in suono, esperimento che si spinge al limite in Like Spinning Plates, un assemblaggio di fruscii di nastri che si riavvolgono con la voce di Yorke filtrata e montata al contrario. L'epica Pyramid Song è ancora un sogno, dal quale non ci si vorebbe mai svegliare. You And Whose Army, con Thom che sembra quasi cantare sott'acqua, sa ancora di Beatles nello spazio. Al ritorno dal viaggio, le chitarre elettriche inventano nuovi arpeggi (I Might Be Wrong, Knives Out), ed anche Mornig Bell, nella sua nuova versione, trova la via di fuga. Irregolare, asimmetrica, trasversale: è Dollars And Cents, dove voci ed archi si rincorrono su uno straordinario loop di basso. Infine Life In A Glass House, struggente marcia funebre che conclude l'esplorazione nel pianeta del jazz. I Radiohead sono tornati sulla terra. Altra storia della musica è stata scritta. Grazie per aver volato con noi.
RIFERIMENTI
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