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08/11/09

LA CANZONE DEL GIORNO: ROCK ME AMADEUS/FALCO





Er war ein punker
Und er lebte in der großen stadt
Es war Wien, war Vienna
Wo er alles tat
Er hatte schulden denn er trank
Doch ihn liebten alle frauen
Und jede rief:
Come on and rock me Amadeus

Er war superstar
Er war populär
Er war so exaltiert
Because er hatte flair
Er war ein virtuose
War ein rockidol
Und alles rief
Come on and rock me Amadeus

Amadeus, Amadeus, Amadeus
Come on and rock me Amadeus

Es war um 1780
Und es war in Wien
No plastic money anymore
Die banken gegen ihn
Woher die schulden kamen
War wohl jedermann bekannt
Er war ein mann der frauen
Frauen liebten seinen punk

Er war superstar
Er war populär
Er war so exaltiert
Because er hatte flair
Er war ein virtuose
War ein rockidol
Und alles rief
Come on and rock me Amadeus

Amadeus Amadeus, Amadeus
Come on and rock me Amadeus

ALBUM: FALCO 3 (1986)

21/09/09

POST-IT: ÓLAFUR ARNALDS/FOUND SONGS




LJÓSIð

Novità dall'Islanda: il talentuoso musicista neoclassico Ólafur Arnalds sta per pubblicare un nuovo album, composto da 7 brani, registrati ognuno un diverso giorno della stessa (evidentemente molto ispirata) settimana. Il disco uscirà fisicamente il prossimo 10 di Novembre per la Erased Tapes, ma sul sito dell'etichetta (oltre al video ufficiale di Ljósið, realizzato dal motion graphics designer argentino Esteban Diácono), è già disponibile il download gratuito dei files in formato mp3 a bassa qualità (128 kbps), sempre meglio di niente...

13/09/09

ASCOLTI: THE RESISTANCE/MUSE


Quel che è certo è che The Resistance vanta un disegno un complesso e strutturato, orchestrale, difficile fin dalle intenzioni, ed un solo ascolto non è sufficiente a comprenderlo appieno, ma la prima impressione, quella che resta a caldo, alla fine dell'ultima traccia, è una distaccata, quasi distratta sensazione di noia. Si, questo disco è noioso. Il singolo Uprising, che apre la scaletta, ha un indubbio appeal radiofonico, non c'è dubbio, ma è tutt'altro che memorabile, e per certi versi fa pensare, non senza lasciar scappare una risata, al boogie-rock degli Status Quo. A onor del vero, Matthew Bellamy e compagni si riscattano subito con la title-track, ma è un lampo nel buio, l'unico brano in possesso di quel pathos espressivo tipico dei Muse. Il resto del lavoro, infatti, assume una vena manieristica e ridondante, a tratti addirittura pedante nelle citazioni, tanto da rendere vana l'ambizione di originalità del progetto: Unitet States Of Eurasia, ad esempio, sembra un vecchio pezzo dei Queen nel quale si è perso un arpeggio arabeggiante alla Jimmy Page, tanto che la parte finale, un notturno di Chopin, giunge quasi come una liberazione. Unnatural Selection segue questa scia, mentre Undisclosed Desires, Guiding Light ed MK Ultra scorrono senza particolari emozioni. I Belong To You/Mon Cœur S'ouvre À Ta Voix, invece, risulta quasi irritante nell'ambizioso e saccente tentativo di incastrare un'aria operistica in una ritmica di pianoforte quasi r'n'b che pare presa in prestito dai Maroon 5. Paradossalmente, la parte più riuscita dell'album è quella conclusiva, la suite (divisa in 3 parti) Exogenesis, nella quale, finalmente, la band riesce a coniugare con successo tutti i diversi elementi messi in gioco, anche se, giunti quasi al termine dell'impresa, non si ha più la lucidità necessaria per apprezzarla completamente. Forse sarebbe stato meglio farla uscire da sola come EP, magari in allegato, chissà. Quel che rimane, al termine della fatica, è l'immagine di 3 musicisti così impegnati a rimirarsi nella loro bramosa operazione di assemblaggio di stili differenti da perdere di vista l'obbiettivo principale, la musica nella sua essenza: sarà per questo che The Resistance appare così artefatto e barocco da suscitare, come si diceva in apertura, solo tanta noia.

THE RESISTANCE/MUSE ★½

QUALCOSA DEL GENERE: QUEEN II/QUEEN (1974)
BRANO MIGLIORE: RESISTANCE

02/07/09

LA CANZONE DEL GIORNO: PIONEER TO THE FALLS (ORCHESTRAL VERSION)/INTERPOL





Show me the dirt pile
And I will pray that the soul can take
Three stowaways
Vanish with no guile
And I will not pay
But the soul can wait
The soul can wait

Well it is still pretty wet
With all these leaks
We'll be fine
We'll be fine

But if it's still pretty wet
With all these leaks
We'll be fine
And supervise

Show me the dirt pile
And I will pray that the soul can take
Three stowaways
And you vanish with no guile
And I will not pay
But the soul can wait
I felt you so much today

And oh, you try
You tried
Straight into my heart
You fly
Straight into my heart
Girl, I know you try
You fly
Straight into my heart
You fly
Straight into my heart
But here comes the fall

So much for make believe
I'm not sold
So much of pain's deceit
I'm not prepared to know
Your heart makes me feel
Your heart makes me bold
For always and ever
I'll never let go
Always concealed
Safe and inside
Alive

Show me the dirt pile
And I will pray that the soul can take
Three stowaways
In a passion it broke
I pull the black from the grey
But the soul can wait
I felt you so much today

ALBUM: MAMMOTH (UK SINGLE) (2007)

17/04/09

LA CANZONE DEL GIORNO: LISZTOMANIA/PHOENIX





So sentimental
Not sentimental no
Romantic not discussing it
Darling I’m down and lonely
When were the fortunate only?
I’ve been looking for something else
These days it comes it comes
It comes it comes it comes and goes

A Lisztomania
Think less but see it grow
Like a ride, like a ride
Not easily offended
Know how to let it go
From the mess to the masses

A Lisztomania
Think less but see it grow
Like a ride, like a ride
Not easily offended
Know how to let it go
From the mess to the masses

Fall on this cast in steel
Discuss, discourage
On this best dressed weekend
Ending this love for gentlemen only
Wealthier gentlemen only
Now that you’re lonely
Too late too late too late
She’ll be late too late too late
So go slowly discourage
We’ll burn the pictures instead
When it’s all over we can barely discuss
For one minute only
Not where the fortunate only
But I better be something else
These days it comes it comes
It comes it comes it comes and goes

A Lisztomania
Think less but see it grow
Like a ride, like a ride
Not easily offended
Know how to let it go
From the mess to the masses

A Lisztomania
Think less but see it grow
Like a ride, like a ride
Not easily offended
Know how to let it go
From the mess to the masses

This is show time, this is show time, this is show time
This is show time, this is show time, this is show time
Time, time is your love, time is your love, yes time is your
Time, time is your love, time is your love, yes time is your

From the mess to the masses
A Lisztomania
Think less but see it grow
Like a ride, like a ride
Discuss, discuss, discuss, discuss, discuss
Discourage

ALBUM: WOLFGANG AMADEUS PHOENIX (2009)

06/12/08

MUSICA: PLAYLIST/DICEMBRE



La playlist di Natale:


SPANISH METAL/KAISER CHIEFS

01. SIT AND WONDER/THE VERVE
(FORTH)
02. SPANISH METAL/KAISER CHIEFS
(OFF WITH THEIR HEADS)
03. JUNGLE DRUM/EMILIANA TORRINI
(ME AND ARMINI)
04. FUCK YOU, IT'S OVER/GLASVEGAS
[A SNOWFLAKE FELL (AND IT FELT LIKE A KISS)]
05. COME ON SANTA/THE RAVEONETTES
(WISHING YOU A RAVE CHRISTMAS)
06. THE REAL SNOW WHITE/THE CURE
(4:13 DREAM)
07. OLD ENOUGH/THE RACOUNTEURS
(CONSOLERS OF THE LONELY)
08. GLASS OF WATER/COLDPLAY
(PROSPEKT'S MARCH)
09. BLUE TULIP/OKKERVIL RIVER
(THE STAND INS)
10. I'M OUTTA TIME/OASIS
(DIG OUT YOUR SOUL)
11. GOODNIGHT, TRAVEL WELL/THE KILLERS
(DAY & AGE)
12. FOK/ÓLAFUR ARNALDS
(VARIATIONS OF STATIC)

20/11/08

ASCOLTI: VARIATIONS OF STATIC/ÓLAFUR ARNALDS, DAY & AGE/THE KILLERS




FOK/ÓLAFUR ARNALDS

L'ho visto dal vivo appena qualche giorno fa, al Circolo degli Artisti, ed ora ascolto il nuovo disco di Ólafur Arnalds, Variations Of Static. Non si tratta di un vero album, ma di un EP di sole cinque tracce, più che sufficienti però per lasciare il segno. Abbandonati i criptici codici numerici utilizzati come titoli nel lavoro d'esordio, Eulogy For Evolution, il musicista islandese rispolvera la lingua madre, in ogni caso comunque affascinante e misteriosa, almeno al di fuori dell'isola dei ghiacci. I suoni sono dilatati ed a tratti ricordano le atmosfere dei connazionali Sigur Ròs, solo che invece di sublimarsi nelle liriche in falsetto, le singole note restano sospese in aria, come foglie in balia del vento del nord...
I Killers, invece, mi ricordano i Duran Duran. In verità, anche in tempi non sospetti, avevo definito Somebody Told Me una sorta di Rio del 2000, in quanto singolo perfetto, da ogni punto di vista, e destinato a durare nel tempo. E se nel frattempo il video di Rio è stata votato come il migliore di tutti i tempi attraverso un sondaggio promosso da MTV, i Killers si ripresentano con un album, il terzo della loro carriera, che pur non avendo assolutamente un suono marcatamente eighties, strizza l'occhio ai Duran Duran, specie a quelli più recenti, più "americani", e non è un caso che proprio la scorsa primavera, durante il tour americano di Simon Le Bon e compagni, Brandon Flowers sia salito sul palco per eseguire Planet Earth assieme a loro... Da segnalare, oltre al singolo Human, anche This Is Your Life, con quel basso disco che fa tanto new romantics, e soprattutto Goodnight, Travel Well; incisivo, intenso, il pezzo migliore del disco.

VARIATIONS OF STATIC/ÓLAFUR ARNALDS
DAY & AGE/THE KILLERS

15/11/08

CONCERTI: ÓLAFUR ARNALDS + MARTINA TOPLEY BIRD/CIRCOLO DEGLI ARTISTI/ROMA




Il Circolo degli Artisti è ancora mezzo vuoto quando le atmosfere artiche di Ólafur Arnalds , giovane musicista islandese che durante lo scorso tour europeo si è esibito con i Sigur Ròs, cominciano a diffondersi nell'aria. Le note minimali del piano si mescolano a quelle più ricche della sezione di archi, e si lasciano cullare dai quieti, quasi timidi ritmi elettronici, che solo occasionalmente si fanno più coraggiosi, intraprendenti, decisi. Nella sala c'è il silenzio che si addice ad un concerto sinfonico, e se non fosse per gli applausi, discreti ma convinti, che sottolineano la fine di ogni brano, sembrerebbe di assistere ad un'unica, eterea suite.
Martina Topley Bird, dal canto suo, presenta uno show spiritoso ed un po' buffo: somiglia a Betty Boop, col suo vestito rosso ed un fiore tra i capelli, e si muove tra il piano ed il microfono ancheggiando come fosse la protagonista di uno spettacolo di cabaret di un vecchio film americano, accompagnata da un poliedrico percussionista. Delle laconiche sonorità alla Mazzy Star di Anything non c'è rimasto molto, ma il pubblico, che nel frattempo si è fatto più numeroso, sembra divertirsi. Finn, chiunque fosse, non c'era.

ÓLAFUR ARNALDS + MARTINA TOPLEY BIRD/CIRCOLO DEGLI ARTISTI/ROMA, 14 NOVEMBRE 2008